L’articolato e montuoso territorio di
Sasso di Castalda deriva da importanti sconvolgimenti
tettonici che coinvolsero il paleomargine settentrionale
africano nel Miocene (circa 15 milioni di anni fa).
Durante questo periodo, la collisione col continente
europeo determinò la chiusura della Neotetide (oceano
interposto tra Africa ed Europa) ed il conseguente
corrugamento continentale che portò alla formazione
della catena appenninica.
A partire dal Triassico (circa 230 milioni di anni fa)
il paleomargine africano era costituito da un’alternanza
di bacini marini (profondi fino a 4-5000 metri) e
piattaforme carbonatiche neritiche disposte
parallelamente al continente. In particolare il Bacino
di Lagonegro rappresentava un esteso e profondo solco
marino interposto tra la Piattaforma Appenninica ad W e
la Piattaforma Apula ad E.
I primi studi condotti da G. De Lorenzo, proseguiti poi
da P. Scandone negli anni ’60, consentirono di
ricostruire la successione stratigrafica del Bacino di
Lagonegro che risultò costituita, dal basso verso
l’alto, dalla formazione di Monte Facito (Triassico
inferiore - medio), dai Calcari con Selce (Triassico
medio - superiore), dagli Scisti Silicei (Giurassico),
dai Galestri (Cretacico inferiore - medio) e dal Flysch
Rosso (Cretacico inferiore - Miocene inferiore).
La
formazione di Monte Facito, così denominata perché
studiata per la prima volta sull’omonimo monte,
rappresenta una della formazioni geologiche più
antiche ed interessanti affioranti nell’Appennino
meridionale. Essa è costituita da rocce formatesi
in ambienti marini poco profondi e molto
diversificati tra di loro. Erano infatti diffuse
sabbie silicee modellate dall’azione del moto
ondoso, ancora tuttora osservabili tra Pietra
Maura e Monte Facito e scogliere carbonatiche di
limitata dimensione, costruite essenzialmente
dalle alghe, ancora preservate a Pezza la
Quagliara, la Cerchiara e a Pietra Castalda.
Nei pressi della Cerchiara le scogliere venivano
periodicamente sommerse dal sedimento siliceo con
conseguente soffocamento degli organismi
costruttori e la temporanea interruzione della
crescita. In questo modo viene spiegata
l’alternanza tra i banchi carbonatici e le
argilliti gialle e rosse che si osserva tuttora
intatta nei pressi di Masseria Isca Colonia.
La formazione di Monte Facito deve inoltre la sua
importanza alla grande varietà di fossili in essa
contenuti. Nella porzione silico-clastica sono
molto diffusi i bivalvi, tra cui i brachiopodi,
che è possibile raccogliere a Pietra Maura e Pezza
la Quagliara e le Halobie, particolari
lamellibranchi, che in alcune località segnalano
il passaggio ai Calcari con Selce. Si rinvengono
inoltre conodonti (organismi di incerta
attribuzione), denti di pesce ed ammoniti. Nei
carbonati sono invece diffuse le alghe, i
foraminiferi e i bivalvi. Di notevole interesse è
un particolare tipo di foraminifero di età
pre-triassica, la fusulina, rinvenuta rimaneggiata
nei terreni della formazione di Monte Facito,
indicante la presenza di antiche falesie di età
permiana (Paleozoico) oggi ormai scomparse.
L’evoluzione tettonica mesozoica instaurò un
regime di subsidenza che causò il progressivo
approfondimento del Bacino di Lagonegro e la
deposizione delle rocce della successione
Calcareo-Silico-Marnosa (Calcari con selce, Scisti
Silicei e Galestri) che si osserva al Castello di
Sasso, alla Manca, a monte San Damiano, a monte
Pierfaone, a San Michele e a monte Arioso.
La tettonica miocenica e quella recente hanno
determinato la chiusura del Bacino di Lagonegro
attraverso l’attivazione di faglie e pieghe,
alcune anche di grosse dimensioni, come
l’anticlinale osservabile nel fosso della Manca.